20 donne raccontano Trentodoc

Tra competenza, passione, innovazione e famiglia, le donne nel DNA delle bollicine di montagna 

Nella storia delle donne che appartengono alle case spumantistiche Trentodoc ci sono imprenditrici, enologhe, professioniste del marketing e della comunicazione. L’amore per Trentodoc, per la propria famiglia e per il territorio trentino è il motore principale che le ha motivate a lavorare nel settore del vino, nel quale hanno messo a disposizione know-how, esperienza e creatività. 

Sono donne di età diverse, hanno vicende personali e percorsi professionali differenti: alcune hanno deciso di impegnarsi all’interno dell’azienda di famiglia, altre si sono formate e specializzate nel mondo del vino, arrivando da altri settori. C’è chi, cresciuta fra le vigne, viene introdotta in azienda da giovanissima e chi, invece da adulta, dopo aver maturato esperienze diverse altrove. 

Alcune hanno introdotto e ricoprono ruoli fino a quel momento non esistenti in azienda, altre si occupano di agronomia ed enologia o della gestione amministrativa. Ad accomunarle è la cura, la dedizione, la sensibilità e l’intuito, ma primo fra tutti il profondo legame che nutrono nei confronti del Trentino, terra storicamente vocata alla produzione delle bollicine di montagna.

Le storie
Roberta Lunelli - Abate Nero
Parola d’ordine: superare i luoghi comuni.

Unica figlia di Luciano Lunelli, enologo, fondatore di Abate Nero e uno dei padri storici di Trentodoc, Roberta ha frequentato, fin da bambina, la cantina. Dopo essersi occupata per anni di fotografia, ha sentito che era arrivato il tempo di seguire il padre. Lo ha affiancato con dedizione fino alla sua purtroppo prematura scomparsa, diventando poi titolare dell’azienda.

“Se dovessi dare un consiglio a una giovane ragazza che vuole intraprendere questa strada, le direi di lasciarsi condurre dalla passione per il vino, senza dimenticare, però, che alcuni luoghi comuni legati, per esempio, all’importanza della forza fisica necessaria al lavoro in vigna ancora resistono: all’inizio della sua carriera dovrà dimostrare di possedere una marcia in più”, Roberta Lunelli.  

Clementina Balter - Balter
Parola d’ordine: aprirsi alla comunicazione e all’accoglienza.

Clementina Balter ha studiato economia con il proposito, maturato fin da giovanissima, di inserirsi all’interno dell’azienda di famiglia e avviare il comparto marketing e comunicazione che, prima del suo inserimento nel 2011, non esisteva. È responsabile delle attività commerciali e promozionali ed è stata lei a introdurre i servizi di visita e degustazione in cantina.

“Il mondo Trentodoc, oggi, è meno maschile rispetto al passato: alcune donne ricoprono ruoli tecnici, sono agronome ed enologhe, altre rappresentano le aziende e ne determinano le scelte strategiche. Nel nostro settore sono sempre più presenti figure femminili, spesso giovani, che dimostrano con i fatti le loro competenze”, Clementina Balter.

Camilla Lunelli - Cantine Ferrari
Parola d’ordine: Dai vigneti di montagna ai grandi brindisi nel mondo.

È un grande amore per la famiglia e per le montagne trentine a guidare Camilla Lunelli nel suo ruolo alle Cantine Ferrari, al fianco del fratello Alessandro e dei cugini Matteo e Marcello. Dopo una laurea in economia, si è occupata di gestione strategica in una società di consulenza per poi dedicare tre anni al volontariato in Africa, in Niger per le Nazioni Unite e in Uganda per un’ONG. Una volta entrata nel Gruppo Lunelli, ha assunto la responsabilità della comunicazione, con una particolare attenzione alle bollicine Ferrari Trentodoc. 

“Quella del vino è una passione da coltivare giorno dopo giorno e, per me, è un privilegio lavorare in questo settore: è un mondo che affonda i piedi nella terra, ha un forte legame con essa, ma al tempo stesso mi permette di essere a contatto con molte realtà diverse, da quella di sommelier e ristoratori al mondo dello sport, dello spettacolo, della cultura, che sempre più spesso sceglie il Trentodoc per brindisi importanti. E sono felice soprattutto di rappresentare, ogni giorno, la mia famiglia e la mia terra”, Camilla Lunelli.

Chiara Simoni – Cantine Monfort
Parola d’ordine: È un privilegio sentirsi valorizzata dalla propria famiglia 

Chiara Simoni, insieme al fratello Federico, rappresenta la quarta generazione delle Cantine Monfort. La storia dell'azienda comincia nel 1945, quando il loro bisnonno Giovanni fondò la Cantina Simoni a Palù di Giovo, in Valle di Cembra, poi trasferita a Lavis, in provincia di Trento. 
Oggi responsabile marketing, comunicazione e commerciale per l’Italia, Chiara Simoni ha studiato Giurisprudenza e, fin da giovanissima, ha seguito il padre nei viaggi all’estero, impegnato nell’attività vinicola di famiglia. 

“La crescita di Cantine Monfort è il frutto di un lavoro di squadra – quello della mia famiglia – fatto di persone, uomini e donne, che, insieme hanno condiviso obiettivi e sogni. Come mio fratello, ho sempre goduto del privilegio di sentirmi supportata per quello che sono come persona, valorizzando le mie qualità e le mie competenze. Nella nostra azienda uomini e donne si completano a vicenda, spesso per fronteggiare i problemi con soluzioni diverse ma complementari”.

Silvia Baldessari - Cenci 
Parola d’ordine: non smettere mai di imparare.

Silvia Baldessari ha lasciato il suo precedente impiego amministrativo per iniziare un’avventura imprenditoriale a conduzione familiare insieme al marito Valentino. Mentre lui affianca l’enologo come cantiniere, lei si occupa della gestione dei clienti e delle attività di comunicazione. È stato proprio il marito a proporle di prendere parte a questo progetto, con la finalità di costruire insieme un’azienda dedicata a Trentodoc.

“Lavoriamo in coppia, prendiamo tutte le decisioni in comune accordo. È un progetto in cui non smetto mai di imparare e sono felice di avere iniziato una nuova vita professionale insieme alla mia famiglia”, Silvia Baldessari.

Elena Dell'Adami de Tarczal - de Tarczal 
Parola d’ordine: nessuna distinzione di genere.

de Tarczal è un’impresa familiare: insieme al padre, Ruggero Dell’Adami de Tarczal e all’enologo che li affianca da sedici anni, ci sono due sorelle, Elena, che è impegnata in cantina, e Felicia che gestisce l’agriturismo di proprietà della stessa casa spumantistica. Elena è cresciuta all’interno dell’azienda e, per questo, per lei Trentodoc è sinonimo di casa: investire la propria professionalità al servizio di de Tarczal è stata una scelta naturale. La sua è una figura poliedrica che spazia dalle attività amministrative a quelle commerciali e ricettive.

“Negli ultimi dieci anni la presenza femminile nel mondo del vino è cresciuta in maniera importante: ora gli uomini hanno come interlocutrici anche professioniste donne e ognuno apporta il proprio fondamentale contributo, senza distinzioni di genere”, Elena Dell’Adami de Tarczal.

Lisa Maria Endrici - Endrizzi
Parola d’ordine: la passione è una libera scelta.

Lisa Maria Endrici ha trascorso la sua infanzia tra la campagna e l’azienda di famiglia, in cui – oltre al padre e al fratello – è impegnata anche la madre che, per amore, ha lasciato la carriera di architetto a Monaco di Baviera. Alla passione per le bollicine di montagna, per Lisa, è seguita una formazione ad hoc di alto profilo: dopo la laurea in “Relazioni pubbliche e comunicazione d’impresa”, ha approfondito gli studi in economia internazionale vinicola, in Germania e in Francia, ed è stata impiegata presso cantine specializzate in comunicazione del vino. Dal 2017 riveste il ruolo di responsabile marketing di Endrizzi.

“Sono grata ai miei genitori perché mi hanno sempre supportato, al pari di mio fratello, nel percorso di studio e di lavoro all’estero, permettendomi di scegliere, senza forzature, il momento giusto per tornare in Italia e dedicarmi a tempo pieno all’azienda”, Lisa Maria Endrici. 

Lucia Letrari – Letrari
Parola d’ordine: pensare in avanti.

Lucia Letrari è una donna enologa nel mondo Trentodoc. Figlia d’arte, cresciuta tra le botti e le cataste di bottiglie, ha studiato enologia all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige oggi Fondazione Mach (in una classe di soli allievi maschi) ed è impiegata in azienda da oltre trent’anni. Sono tanti i ricordi che la legano al padre enologo Leonello, uno dei fondatori dell’Istituto Trento Doc.

“Questo lavoro richiede uno sforzo fisico in cantina che lo lega inevitabilmente al mondo maschile, ma l’enologo non lavora soltanto con le mani. Oggi tanti si avvicinano all’enologia per una fascinazione data da quello che si trova nel calice: è dalla terra, invece, che nasce la vite, da lì bisogna partire. Questo mestiere mi ha abituato a ragionare su quello che accadrà tra cinque anni, e a tener conto del ritmo della natura, del vino e delle tante e diverse variabili. E questo le donne lo sanno fare bene, credo che abbiano in dono una sensibilità maggiore rispetto agli uomini”, Lucia Letrari. 

Roberta Giuriali Stelzer - Maso Martis 
Parola d’ordine: l’impronta delle donne si riconosce sempre.

L’ingresso di Roberta Giuriali Stelzer nel mondo delle bollicine di montagna è avvenuto grazie alla storia d’amore che da trent’anni la lega al marito: subentrano insieme, nella conduzione dell’azienda di proprietà della famiglia di lui. Mentre il marito di Roberta ha studiato all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, oggi Fondazione Mach, lei ha avuto una formazione umanistica e ha così dedicato i suoi primi anni di attività alla formazione e ad imparare dal suocero tutti i segreti del mestiere.

“Ero incinta quando ho iniziato a occuparmi di Maso Martis e della promozione di questo marchio. E ora, dopo tanti anni, io e mio marito lavoriamo ancora l’uno a fianco dell’altra, siamo una famiglia e insieme abbiamo intrapreso per la vigna – in tempi non sospetti – un percorso di conversione al biologico, ottenendo la certificazione. Al team si sono aggiunte le nostre due figlie: Alessandra e Maddalena. Dal mio punto di vista la presenza di una donna in azienda si riconosce sempre perché aggiunge valore creativo e capacità organizzative nelle varie attività svolte”, Roberta Giuriali Stelzer.

Martina, Valentina e Romina Togn – Gaierhof e Maso Poli
Parola d’ordine: non fermarsi mai.

Martina Togn guida, insieme alle sorelle Valentina e Romina, le aziende Gaierhof e Maso Poli, quest’ultimo antico luogo di produzione dell’azienda vinicola di famiglia. Ricoprendo rispettivamente il ruolo di responsabile amministrativo, tecnico e commerciale estero, le sorelle Togn condividono l’avventura imprenditoriale dedicata alle bollicine di montagna. 

“Condurre un’azienda di famiglia rappresenta un dovere verso chi è venuto prima di te e verso chi lavora insieme a te. Va sempre mantenuto un equilibrio tra tradizione e modernità. La grinta è essenziale per andare avanti: nonostante le difficoltà, nessuna di noi si è mai fermata e, anzi, abbiamo continuato a progettare modi sempre nuovi per accogliere le persone e far vivere loro la bellezza dell’esperienza in vigna e in cantina”, Martina Togn.

Donatella Pedrotti – Pedrotti Spumanti
Parola d’ordine: quella del metodo classico, per la mia famiglia, è un’avventura tutta femminile. 

Oggi sono due sorelle, Donatella e Chiara Pedrotti, a essere titolari dell’azienda di famiglia che produce esclusivamente Trentodoc e a seguirne con passione e determinazione l’evoluzione. Rappresentano la quarta generazione: Donatella ha studiato economia e si è occupata di analisi finanziaria presso aziende multinazionali. Dopo essersi specializzata in “Gestione del Sistema Vitinicolo”, con un master promosso dalI’Istituto Agrario di San Michele all’Adige oggi Fondazione Mach, è entrata in azienda nel 2008: insieme alla sorella, ha sviluppato il progetto dedicato alla spumantistica, iniziato dal padre Paolo nel 1979. Donatella è responsabile delle attività amministrative e commerciali mentre Chiara, laureata in Ingegneria Gestionale, segue la filiera del comparto produttivo. 

“Il mio esordio lavorativo risale a quindici anni fa e non mi sono mai sentita penalizzata per il fatto di essere una donna, anzi, sono sempre stata a mio agio nel lavoro: la vera sfida è stata l’affermazione del marchio aziendale a cui ho dedicato la mia vita. Il mondo del vino è quello in cui sono cresciuta e ha caratterizzato tutta la storia della mia famiglia”, Donatella Pedrotti. 

Giulia ed Erika Pedrini - Pravis
Parola d’ordine: le competenze femminili sono arrivate anche in vigna.

Per Giulia ed Erika Pedrini, la casa spumantistica Pravis (azienda di proprietà del padre e di altri due soci) ha rappresentato un parco giochi per buona parte dell’infanzia. Entrambe oggi sono coinvolte nella casa spumantistica, dopo un lungo percorso di formazione nel settore vinicolo: Giulia ha frequentato l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige oggi Fondazione Mach e, poi, a Londra, una delle scuole di degustazione più antiche al mondo, il WSET (Wine & Spirit Education Trust), per specializzarsi, infine, in economia e gestione aziendale a Trento. Erika, invece, che oggi cura la produzione in cantina insieme al padre, dopo l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige oggi Fondazione Mach, ha studiato enologia, sia a Milano che in Germania.

“Il mondo femminile ha molto da dare a Trentodoc. Rispetto ad anni fa le donne del vino sono molte di più: si occupano soprattutto di marketing e vendite. Risulta meno naturale avere donne in cantina perché il lavoro è faticoso, proprio a livello fisico, però se una donna ha le giuste competenze, ottiene il riconoscimento di tutti, anche in vigna”, Giulia Pedrini.

Barbara Darra - Rotari
Parola d’ordine: trasmettere l’emozione.

Non è una storia di famiglia quella sottesa alla storia professionale di Barbara Darra ma di formazione e competenza oggi responsabile marketing della società cooperativa Mezzacorona, di cui Rotari è parte, si occupa della promozione destinata al pubblico finale di tutti i brand del gruppo.

“Anche all’estero nel mondo del vino la presenza femminile è sempre più importante, non solo nel ruolo di produttrici o enologhe ma anche come ambasciatrici, giornaliste e sommelier. Una donna che racconta Trentodoc, oltre alla diffusione dei suoi aspetti tecnici, è capace di trasmettere una storia sincera, emotiva, e di promuovere un prodotto vivo, legato a un territorio prezioso come il Trentino”, Barbara Darra.

Maddalena Nardin - Villa Corniole
Parola d’ordine: sempre più donne nei board.

Maddalena Nardin, membro dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, si è licenziata da un altro impiego per supportare il marito a Villa Corniole. La dedizione verso la famiglia è sempre stata una sua priorità e ha sempre conciliato il ruolo di mamma con gli impegni quotidiani, anche per esempio portando con sé alle fiere di settore le tre figlie: Sabina, Linda e Sara (a questi nomi sono ispirate le etichette Trentodoc prodotte, “Salìsa”). Due di loro, oggi, sono coinvolte in azienda.

“Negli ultimi anni la componente femminile nei board è cresciuta, anche perché sono cambiate le esigenze delle aziende vitivinicole. C’è sempre più bisogno di comunicazione, di accoglienza, di marketing: competenze che si addicono in particolar modo alle donne”, Maddalena Nardin. 

Elizaveta Vinogradova – Cantina Romanese 
Parola d’ordine: imparare dalla natura

Elizaveta Vinogradova è nata in Crimea e si è trasferita in Italia, insieme alla madre, all’età di 12 anni, dove ha frequentato il liceo linguistico. Parla fluentemente inglese, tedesco e russo e, per questo, è Responsabile dell’Accoglienza; in particolare, cura per la casa spumantistica tutte le attività destinate al pubblico e le degustazioni. Elizaveta ha scelto di lasciare la città per vivere a Levico dopo essersi innamorata di Giorgio, titolare di Cantina Romanese insieme al fratello Andrea. La natura l’ha conquistata, ha iniziato a dedicarsi agli studi sulle piante tintorie; vicino alla vigna cura un orto in cui coltiva piante e radici con cui poi colora tessuti, vestiti e accessori che lei stessa realizza, anche in occasione di workshop artistici aperti agli appassionati di bollicine in visita. 

“Mi considero una raccoglitrice: in particolare, dalle vinacce ricavo i miei inchiostri. Dalla natura e dalla montagna ho imparato tanto. La mia conquista più bella è che nei laboratori incontro persone di ogni età, dai bambini agli adulti. L’eco-printing è sempre una magia e stupisce tutti. La mia esperienza nel mondo del vino è felice, anche perché la nostra è un’azienda giovane e questo ci libera dai pregiudizi. Ognuno di noi da un contributo importante ed è un lavoro di squadra emozionate”, Elizaveta Vinogradova. 

Orietta Zanotelli - Zanotelli Elio & F.lli
Parola d’ordine: al centro di tutto, il legame con il territorio 

Zanotelli Elio & F.lli è una realtà storica, che affonda le sue radici nel 1886. È in questo contesto familiare che nasce Orietta Zanotelli, da vent’anni alla direzione della casa spumantistica insieme ai suoi due fratelli e al cugino. Dopo il diploma come Segretaria d’Amministrazione e quello da Sommelier, consegue il brevetto da imprenditore agricolo: Orietta inizia a lavorare all’interno dell’azienda di famiglia fin da giovanissima, dal 1996, occupandosi della gestione amministrativa e fiscale, oltre che delle attività di accoglienza destinate al pubblico, come le visite in cantina.

“Per me il confronto in azienda con tre uomini è molto appagante; ognuno di noi è presente co la propria esperienza e con le proprie metodologie. Un ingrediente che non può mancare per chi si occupa di vino, uomini o donne, è la passione e il legame con il territorio. Forse può apparire banale ma è una verità senza tempo”, Orietta Zanotelli. 

Giorgia Brugnara – Cantina Sociale Trento
Parola d’ordine: dall’uva alla bottiglia, per la produzione di metodo classico 

Giorgia Brugnara ha studiato per diventare enotecnico all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige oggi Fondazione Mach. Dal 1995 al 2017 ha lavorato per l’azienda Cesarini Sforza Spumanti; poi ha maturato altre esperienze professionali in Emilia-Romagna e in Veneto. Oggi è Direttore di Produzione di Cantina Sociale Trento, coordinando un team di enologi impegnati nella gestione dell’intero processo di produzione, dall’uva alla bottiglia.

“Quello del vino è un settore a prevalenza maschile, soprattutto lo era trent’anni fa quando mi sono formata. La mia esperienza, però, è stata all’insegna della collaborazione e della gratificazione: il rispetto tra colleghi è uno dei valori fondamentali per chi fa il mio mestiere, che resta molto duro soprattutto in alcuni momenti dell’anno. La marcia in più di una donna, in questo mondo, è il senso pratico”, Giorgia Brugnara. 

Paola Galvagni – Marco Tonini
Parola d’ordine: trasformare le avversità in occasioni

La famiglia Tonini coltiva le vigne su una superficie di circa 5 ettari, sulla collina di Isera in Vallagarina. Paola Galvagni è la moglie del titolare dell’azienda, Marco Tonini, che ha iniziato a lavorare come vinificatore grazie anche al suo aiuto e a quello dei loro figli, Filippo, Anna e Caterina. Fino a poco tempo fa Paola divideva le sue giornate tra gli impegni della famiglia e una collaborazione part-time per una grossa cantina del Trentino. Poi la vita ha voluto per lei un cambio di situazione che l’ha costretta a modificare le sue prospettive. Oggi è impiegata nella casa spumantistica di proprietà del marito e si occupa della gestione della contabilità, dell’amministrazione e delle attività destinate alla comunicazione digitale, attraverso l’aggiornamento degli account social dell’azienda, oltre a dare una mano in vigna nei momenti di maggior lavoro.

“Nella mia precedente esperienza professionale mi occupavo del comparto soci, quasi totalmente uomini. All’inizio della mia carriera, essendo una giovane donna, ho faticato un po’ a conquistare la loro fiducia ma poi, dimostrando il mio valore e la mia determinazione, ci sono riuscita. Credo che ancora oggi, per una donna, ottenere il successo di un uomo, con la stessa facilità, non sia così scontato. Per fortuna, le cose stanno cambiando. Occorre credere fortemente in quello che si fa, senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà, affrontando le sfide come nuove opportunità, trasformando le avversità in occasioni”, Paola Galvagni. 

Anna Simoncelli – Simoncelli Armando
Parola d’ordine: le giovani generazioni sono al centro di una nuova visione 

Anna Simoncelli ha conseguito un Diploma Turistico Aziendale. Dopo varie esperienze professionali, tutte lontane dal settore del vino, ha iniziato a occuparsi dell’azienda di famiglia, insieme al fratello e al padre. Dalla sboccatura a mano, in collaborazione con l’enologo, all’imbottigliamento, dalle attività di ufficio a quelle di accoglienza destinate al pubblico: all’interno della casa spumantistica Anna è poliedrica, come spesso accade nelle realtà a conduzione familiare.

“La mia esperienza di donna impegnata nel settore delle bollicine di montagna è stata, talvolta, di diffidenza da parte degli uomini che ho incontrato; la ragione di questo “stato d’animo” non è da ricercare nella quotidianità del lavoro, fatta di fatica, ma in un approccio culturale patriarcale. Sono felice di osservare che c’è sempre più spazio per le donne oggi. E questo succede grazie alle nuove generazioni di professionisti”, Anna Simoncelli. 

Anita Pellegrini - Man Spumanti
Parola d’ordine: studiare ciò che più si ama è un privilegio

Anita Pellegrini ha frequentato il corso per diventare perito agrario specializzato in viticoltura ed enologia all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige oggi Fondazione Mach e ha, poi, conseguito la laurea in Viticoltura ed enologia. La passione per il mondo agricolo l’ha ereditata dalla sua famiglia e ha voluto specializzarsi sempre di più in tema di vino e di metodo classico. In azienda le sue attività sono molteplici; l’aspetto che più le piace del suo lavoro sono le occasioni di degustazione delle bollicine di montagna e di confronto con i colleghi e i clienti. 

“Il vino mi ha insegnato che la passione e la competenza rappresentano il mix perfetto per raggiungere i tuoi obiettivi, per realizzare i tuoi sogni. E credo che questo valga in ogni settore. In tutte le mie esperienze, sia formative sia professionali, ho potuto godere della libertà di esprimere le mie inclinazioni e so di essere fortunata”, Anita Pellegrini. 

 

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Maggiori informazioni su Istituto Trento Doc

Trentodoc, bollicine di montagna 
La sua storia iniziò nei primi anni del ‘900 con Giulio Ferrari, studente all’Imperial Regia Scuola Agraria di San Michele, che dopo numerosi viaggi-studio in Francia, di rientro a Trento e per primo, nel cuore della città, diede il via alla sua produzione di metodo classico: piccola, ma di elevata qualità. Da allora molti lo seguirono fino al riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata “Trento” nel 1993, come prima in Italia riservata a un metodo classico, fra le prime al mondo.

Trentodoc è una realtà in costante crescita che riunisce 69 case spumantistiche, ognuna delle quali persegue la propria personale filosofia, conferendo a questo metodo classico sfumature diverse, adatte a ogni gusto, occasione e abbinamento. Con un unico comun denominatore: la qualità.

Le viti adatte a diventare Trentodoc sono Chardonnay (uno dei più coltivati in provincia con circa 26% della superficie vitata), Pinot nero, Pinot bianco e Meunier e crescono ad altitudini comprese tra i 200 e gli 800 metri, con un clima influenzato dalle Dolomiti e dal Lago di Garda, con notevoli escursioni termiche fra giorno e notte; viti e uva che, diventate vino, si caratterizzano per eleganza, freschezza e persistenza.

Trentodoc può fregiarsi oggi di una “carta di identità” che certifica la sua origine e il suo legame con il territorio - frutto di una ricerca della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - che lo definisce anche come "bollicine di montagna".

La qualità di Trentodoc è affidata al disciplinare di produzione, che fissa rigidi canoni e controlli lungo tutta la filiera. La vendemmia di uve esclusivamente trentine è svolta manualmente e il “vino base” è affidato a una lenta maturazione in bottiglia che varia da un minimo di 15 mesi per un senza annata a 24 mesi per un millesimato e a un minimo di 36 per la riserva, ma può arrivare ad oltre 10 anni di permanenza sui lieviti, grazie all’impegno costante di tutti i produttori che propongono sul mercato Trentodoc sempre più raffinati ed evoluti.

A occuparsi della promozione del marchio (con le due “O” che graficamente simboleggiano il gesto del “remuage”) è l’Istituto Trento Doc, nato nel 1984.

A disposizione dal 2020 un’Applicazione mobile pensata per accompagnare le persone alla degustazione, nei momenti conviviali a casa e al ristorante o durante un viaggio, che contiene le informazioni su tutte le case spumantistiche, 200 punti di interesse, più di 200 schede tecniche e una sezione dedicata agli appuntamenti Trentodoc. 

Nel concorso Champagne & Sparkling Wine World Championships (CSWWC) 2024, ideato e presieduto da Tom Stevenson, fra i critici più rispettati nel mondo delle bollicine, Trentodoc ha ricevuto 73 medaglie – 29 ori e 44 argenti – diventando lo spumante più premiato d’Italia. Inoltre, Wine Enthusiast - fra le riviste più autorevoli al mondo per il vino - ha nominato per il 2020 il Trentino “Wine Region of the Year”. Trentodoc è partner di AIS – Associazione Italiana Sommelier – nell’ambito del Concorso Miglior Sommelier d’Italia - premio Trentodoc e orgoglioso supporter di The Institute of Masters of Wine. 

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