È Andrea Gualdoni il Miglior Sommelier d’Italia Associazione Italiana Sommelier 2024 – Premio Trentodoc Sommelier

Andrea Gualdoni ha conquistato il titolo di Miglior Sommelier d’Italia Associazione Italiana Sommelier 2024 – Premio Trentodoc. Originario di Treviglio, ha vinto la finale del concorso che si è svolta oggi a Firenze

Oggi, negli spazi della Stazione Leopolda a Firenze, Andrea Gualdoni si è aggiudicato il titolo di “Miglior Sommelier d’Italia Associazione Italiana Sommelier 2024 – Premio Trentodoc”. Grazie alla sua esperienza e competenza, si è distinto in tutte le fasi della competizione: dalla semifinale di venerdì 15, dove ha affrontato altri 9 professionisti provenienti dalle selezioni regionali, fino alla finale, in cui si è misurato con gli ultimi due candidati in gara.

Premiato dal Presidente dell’Istituto Trento Doc Stefano Fambri, Andrea Gualdoni ha commentato così il titolo di Miglior Sommelier d’Italia Associazione Italiana Sommelier 2024 – Premio Trentodoc:

Vincere questo titolo è un sogno che diventa realtà! La nomina di Miglior Sommelier d’Italia Associazione Italiana Sommelier – Premio Trentodoc è una responsabilità che mi emoziona e di cui sono fiero! È un riconoscimento importante che mi sprona a continuare a lavorare con passione. Diventare ambasciatore di Trentodoc significa, per me, dedicare tutto il mio impegno e dedizione nella promozione del patrimonio enologico del Trentino e a raccontare tutta la straordinarietà delle bollicine di montagna”, commenta Andrea Gualdoni

La giuria del concorso “Miglior Sommelier d’Italia Associazione Italiana Sommelier – Premio Trentodoc” è composta dal precedentevincitore del titolo, da una rappresentanza dell’Associazione Italiana Sommelier, da giornalisti di settore e dall’Istituto Trento Doc, che nella fase semifinale valutano i concorrenti su una prova scritta incentrata su argomenti quali degustazione alla cieca, correzione della carta dei vini e abbinamenti a un menù di cucina. I finalisti, poi, si confrontano su ulteriori test di degustazione alla cieca e abbinamento cibo/vino, oltre che su materie come comunicazione e servizio di Trentodoc, comunicazione e servizio di un olio evo DOP, riconoscimento stile birraio e distillati, lingua straniera (inglese-francese) e public speaking.

 

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Trentodoc, bollicine di montagna 
La sua storia iniziò nei primi anni del ‘900 con Giulio Ferrari, studente all’Imperial Regia Scuola Agraria di San Michele, che dopo numerosi viaggi-studio in Francia, di rientro a Trento e per primo, nel cuore della città, diede il via alla sua produzione di metodo classico: piccola, ma di elevata qualità. Da allora molti lo seguirono fino al riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata “Trento” nel 1993, come prima in Italia riservata a un metodo classico, fra le prime al mondo.

Trentodoc è una realtà in costante crescita che riunisce 67 case spumantistiche, ognuna delle quali persegue la propria personale filosofia, conferendo a questo metodo classico sfumature diverse, adatte a ogni gusto, occasione e abbinamento. Con un unico comun denominatore: la qualità.

Le viti adatte a diventare Trentodoc sono Chardonnay (uno dei più coltivati in provincia con circa 26% della superficie vitata), Pinot nero, Pinot bianco e Meunier e crescono ad altitudini comprese tra i 200 e gli 800 metri, con un clima influenzato dalle Dolomiti e dal Lago di Garda, con notevoli escursioni termiche fra giorno e notte; viti e uva che, diventate vino, si caratterizzano per eleganza, freschezza e persistenza.

Trentodoc può fregiarsi oggi di una “carta di identità” che certifica la sua origine e il suo legame con il territorio - frutto di una ricerca della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - che lo definisce anche come "bollicine di montagna".

La qualità di Trentodoc è affidata al disciplinare di produzione, che fissa rigidi canoni e controlli lungo tutta la filiera. La vendemmia di uve esclusivamente trentine è svolta manualmente e il “vino base” è affidato a una lenta maturazione in bottiglia che varia da un minimo di 15 mesi per un senza annata a 24 mesi per un millesimato e a un minimo di 36 per la riserva, ma può arrivare ad oltre 10 anni di permanenza sui lieviti, grazie all’impegno costante di tutti i produttori che propongono sul mercato Trentodoc sempre più raffinati ed evoluti.

A occuparsi della promozione del marchio (con le due “O” che graficamente simboleggiano il gesto del “remuage”) è l’Istituto Trento Doc, nato nel 1984.

A disposizione dal 2020 un’Applicazione mobile pensata per accompagnare le persone alla degustazione, nei momenti conviviali a casa e al ristorante o durante un viaggio, che contiene le informazioni su tutte le case spumantistiche, 200 punti di interesse, più di 200 schede tecniche e una sezione dedicata agli appuntamenti Trentodoc. 

Nel concorso Champagne & Sparkling Wine World Championships (CSWWC) 2023, ideato e presieduto da Tom Stevenson, fra i critici più rispettati nel mondo delle bollicine, Trentodoc ha ricevuto 62 medaglie – 26 ori e 36 argenti – diventando lo spumante più premiato d’Italia. Inoltre, Wine Enthusiast - fra le riviste più autorevoli al mondo per il vino - ha nominato per il 2020 il Trentino “Wine Region of the Year”. Trentodoc è partner di AIS – Associazione Italiana Sommelier – nell’ambito del Concorso Miglior Sommelier d’Italia - premio Trentodoc e orgoglioso supporter di The Institute of Masters of Wine.