Sono 18 i finalisti che si contenderanno il titolo di Miglior Sommelier d’Italia

Venerdì 2 e sabato 3 novembre a Merano l’Associazione Italiana Sommelier e l’Istituto Trento Doc premieranno il miglior sommelier d’Italia.

Tutto pronto per la nomina del Best Sommelier AIS - Premio Trentodoc 2018: sono stati selezionati i diciotto migliori sommelier d’Italia che il prossimo novembre, presso il Kurhaus di Merano si contenderanno il prestigioso titolo dell’Associazione Italiana Sommelier, che viene assegnato da due anni in partnership con l’Istituto Trento Doc.

A superare le selezioni territoriali, svoltesi a Milano lo scorso ottobre, sono stati: Roberto Adduono (Ristorante Rossellinis di Palazzo Sasso – Ravello)Stefano Berzi (Enoteca Hosteria del Vapore, Carrobbio degli Angeli), Marco Casadei (Euro Company srl), Maura Gigatti (I Du Matt, Parma), Sara Lazzeri (Hotel Mirabella, Valdidentro), Simone Loguercio (Konnubio, Firenze), Cristian Maitan (Nuovo Rach, Ponte di Piave), Andrea Montini (Grand Hotel Tremezzo, Tramezzina di Como), Carlo Pagano (Osteria O’ PIzzaiuolo, Isernia), Francesca Penzo (La Taverna, Rosolina Mare), Antonio Riotino (Canneto Beach 2, Margherita di Savoia), Andrea Sala, Andrè Senoner (St. Hubertus e Hotel Rosa Alpina, San Cassiano), Valentino Tesi, Massimo Tortora (Enoteca La Cantina di Massimo, Livorno), Artur Vaso, Simone Vergamini (Uvaggio), Clizia Zuin (Enoteca Spirit Brands, Firenze).

A Merano saranno prima nominati i quattro semifinalisti che si sfideranno il 3 novembre per il titolo, sempre all’interno del 52° Congresso AIS. Durante le fasi di gara, i sommelier si cimenteranno in diverse prove tra le quali una degustazione alla cieca, la prova in lingua straniera, la descrizione di uno spumante metodo classico, completa di proposta di abbinamento cibo - vino che coinvolgerà 4 o 5 Trentodoc. I finalisti assoluti si sfideranno in ulteriori prove: dovranno abbinare alcuni vini a piatti di un menu di cucina nazionale e/o internazionale; decantare e servire un vino rosso a scelta tra 3 alternative, con relativa degustazione e descrizione emozionale; comunicazione sulla traccia suggerita da immagini di territori, personaggi e vini di caratura internazionale.

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Maggiori informazioni su Istituto Trento Doc

Trentodoc, bollicine di montagna 
La sua storia iniziò nei primi anni del ‘900 con Giulio Ferrari, studente all’Imperial Regia Scuola Agraria di San Michele, che dopo numerosi viaggi-studio in Francia, di rientro a Trento e per primo, nel cuore della città, diede il via alla sua produzione di metodo classico: piccola, ma di elevata qualità. Da allora molti lo seguirono fino al riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata “Trento” nel 1993, come prima in Italia riservata a un metodo classico, fra le prime al mondo.

Trentodoc è una realtà in costante crescita che riunisce 69 case spumantistiche, ognuna delle quali persegue la propria personale filosofia, conferendo a questo metodo classico sfumature diverse, adatte a ogni gusto, occasione e abbinamento. Con un unico comun denominatore: la qualità.

Le viti adatte a diventare Trentodoc sono Chardonnay (uno dei più coltivati in provincia con circa 26% della superficie vitata), Pinot nero, Pinot bianco e Meunier e crescono ad altitudini comprese tra i 200 e gli 800 metri, con un clima influenzato dalle Dolomiti e dal Lago di Garda, con notevoli escursioni termiche fra giorno e notte; viti e uva che, diventate vino, si caratterizzano per eleganza, freschezza e persistenza.

Trentodoc può fregiarsi oggi di una “carta di identità” che certifica la sua origine e il suo legame con il territorio - frutto di una ricerca della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - che lo definisce anche come "bollicine di montagna".

La qualità di Trentodoc è affidata al disciplinare di produzione, che fissa rigidi canoni e controlli lungo tutta la filiera. La vendemmia di uve esclusivamente trentine è svolta manualmente e il “vino base” è affidato a una lenta maturazione in bottiglia che varia da un minimo di 15 mesi per un senza annata a 24 mesi per un millesimato e a un minimo di 36 per la riserva, ma può arrivare ad oltre 10 anni di permanenza sui lieviti, grazie all’impegno costante di tutti i produttori che propongono sul mercato Trentodoc sempre più raffinati ed evoluti.

A occuparsi della promozione del marchio (con le due “O” che graficamente simboleggiano il gesto del “remuage”) è l’Istituto Trento Doc, nato nel 1984.

A disposizione dal 2020 un’Applicazione mobile pensata per accompagnare le persone alla degustazione, nei momenti conviviali a casa e al ristorante o durante un viaggio, che contiene le informazioni su tutte le case spumantistiche, 200 punti di interesse, più di 200 schede tecniche e una sezione dedicata agli appuntamenti Trentodoc. 

Nel concorso Champagne & Sparkling Wine World Championships (CSWWC) 2024, ideato e presieduto da Tom Stevenson, fra i critici più rispettati nel mondo delle bollicine, Trentodoc ha ricevuto 73 medaglie – 29 ori e 44 argenti – diventando lo spumante più premiato d’Italia. Inoltre, Wine Enthusiast - fra le riviste più autorevoli al mondo per il vino - ha nominato per il 2020 il Trentino “Wine Region of the Year”. Trentodoc è partner di AIS – Associazione Italiana Sommelier – nell’ambito del Concorso Miglior Sommelier d’Italia - premio Trentodoc e orgoglioso supporter di The Institute of Masters of Wine.