Trentodoc premia Luca Vissani e Patrizio Roversi come Personaggi dell’Anno all’interno del concorso organizzato da Italia a Tavola

È a Luca Vissani, restaurant manager di Casa Vissani, e Patrizio Roversi, conduttore di Linea Verde, che Trentodoc conferisce il Premio Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e dell’accoglienza, il concorso annuale promosso dalla rivista Italia a Tavola attraverso il quale vengono nominati i personaggi di spicco del panorama enogastronomico italiano.  Il riconoscimento, che vede la partecipazione di Trentodoc nella premiazione dei protagonisti più apprezzati nel campo dell’accoglienza in tavola, sarà conferito sabato 7 aprile in occasione della cena di gala presso il ristorante Da Vittorio, a Brusaporto (BG).

Luca Vissani, sommelier Fis, gestisce oggi quella stessa Casa Vissani a Baschi, Terni, in cui, sotto la guida del padre, ha mosso i primi passi professionali e dove ha saputo conciliare tradizioni e nuove visioni. A Vissani va il riconoscimento nella categoria Maître, Sommelier e Manager d’Hotel.

"Sono molto fiero del risultato raggiunto - commenta Luca Vissani – e ringrazio tutti coloro che mi hanno votato. Grazie anche a Trentodoc, che considero un metodo classico vero, brillante, mai banale. È sempre fresco, ha perlage fine e acidità ricca e profonda. È un vino che mi ha lasciato un’impressione molto nitida, perché ha subito conquistato il mio palato”.

Patrizio Roversi è stato decretato il miglior Opinion Leader da 29.060 votanti: il giornalista di Linea Verde si è conquistato la fiducia del pubblico con una lunga carriera televisiva dedicata al turismo e al gusto, iniziata negli anni Novanta e con la pubblicazione di diversi libri.

"Ringrazio per il premio Italia a Tavola che considero una buona testimonianza dalla popolarità della trasmissione Linea Verde. Il tema dell'enogastronomia e dell'agricoltura mi sta a cuore e ricevere un riconoscimento di questo tipo mi fa felice. Grazie anche a Trentodoc: in varie occasioni ho avuto modo di approfondire la viticoltura di montagna e apprezzo molto il lavoro che viene fatto. Coltivare la vite a certe altezze è una sfida, ma gli sbalzi termici e le specifiche condizioni in cui crescono i vitigni conferiscono al metodo classico una qualità particolare e molto interessante."  

Il premio, nato nel 2009, ha registrato in questa edizione un numero molto elevato di votanti, passando dai 197mila dello scorso anno ai 313500 di quest’anno. L’Istituto Trento Doc è lieto di sostenere questo concorso e, con esso, tutti i professionisti della ristorazione impegnati ogni giorno a dare il loro prezioso contributo per la valorizzazione del patrimonio enogastronomico italiano e dell’esperienza turistica ad esso correlata.

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Trentodoc, bollicine di montagna 
La sua storia iniziò nei primi anni del ‘900 con Giulio Ferrari, studente all’Imperial Regia Scuola Agraria di San Michele, che dopo numerosi viaggi-studio in Francia, di rientro a Trento e per primo, nel cuore della città, diede il via alla sua produzione di metodo classico: piccola, ma di elevata qualità. Da allora molti lo seguirono fino al riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata “Trento” nel 1993, come prima in Italia riservata a un metodo classico, fra le prime al mondo.

Trentodoc è una realtà in costante crescita che riunisce 69 case spumantistiche, ognuna delle quali persegue la propria personale filosofia, conferendo a questo metodo classico sfumature diverse, adatte a ogni gusto, occasione e abbinamento. Con un unico comun denominatore: la qualità.

Le viti adatte a diventare Trentodoc sono Chardonnay (uno dei più coltivati in provincia con circa 26% della superficie vitata), Pinot nero, Pinot bianco e Meunier e crescono ad altitudini comprese tra i 200 e gli 800 metri, con un clima influenzato dalle Dolomiti e dal Lago di Garda, con notevoli escursioni termiche fra giorno e notte; viti e uva che, diventate vino, si caratterizzano per eleganza, freschezza e persistenza.

Trentodoc può fregiarsi oggi di una “carta di identità” che certifica la sua origine e il suo legame con il territorio - frutto di una ricerca della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - che lo definisce anche come "bollicine di montagna".

La qualità di Trentodoc è affidata al disciplinare di produzione, che fissa rigidi canoni e controlli lungo tutta la filiera. La vendemmia di uve esclusivamente trentine è svolta manualmente e il “vino base” è affidato a una lenta maturazione in bottiglia che varia da un minimo di 15 mesi per un senza annata a 24 mesi per un millesimato e a un minimo di 36 per la riserva, ma può arrivare ad oltre 10 anni di permanenza sui lieviti, grazie all’impegno costante di tutti i produttori che propongono sul mercato Trentodoc sempre più raffinati ed evoluti.

A occuparsi della promozione del marchio (con le due “O” che graficamente simboleggiano il gesto del “remuage”) è l’Istituto Trento Doc, nato nel 1984.

A disposizione dal 2020 un’Applicazione mobile pensata per accompagnare le persone alla degustazione, nei momenti conviviali a casa e al ristorante o durante un viaggio, che contiene le informazioni su tutte le case spumantistiche, 200 punti di interesse, più di 200 schede tecniche e una sezione dedicata agli appuntamenti Trentodoc. 

Nel concorso Champagne & Sparkling Wine World Championships (CSWWC) 2024, ideato e presieduto da Tom Stevenson, fra i critici più rispettati nel mondo delle bollicine, Trentodoc ha ricevuto 73 medaglie – 29 ori e 44 argenti – diventando lo spumante più premiato d’Italia. Inoltre, Wine Enthusiast - fra le riviste più autorevoli al mondo per il vino - ha nominato per il 2020 il Trentino “Wine Region of the Year”. Trentodoc è partner di AIS – Associazione Italiana Sommelier – nell’ambito del Concorso Miglior Sommelier d’Italia - premio Trentodoc e orgoglioso supporter di The Institute of Masters of Wine. 

Contatto

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